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Arriviamo oggi ad una Alta Langa ancora diversa, quella pregna di storie e leggende; è una terra letteraria, da Pavese all’esperienza di vita contadina e partigiana di Fenoglio, terra per un viaggio nella memoria.

Entrambi, Beppe e Cesare, affidano a questo territorio le radici di una vita e ne rivelano il nocciolo duro, l’identità contadina e l’orgoglio testardo di lavorarne la terra.

Insomma, l’Alta Langa ci stupisce ancora, è proprio una destinazione privilegiata!

Santo Stefano Belbo, che nel 2008 ha celebrato il centenario della nascita dello scrittore, lega a doppia mandata il suo nome a Cesare Pavese. Qui troviamo la sua casa natale che oggi ne ospita lettere, libri, fotografie, recensioni dei suoi libri e tesi di laurea provenienti da tutto mondo e il laboratorio dell’amico falegname Nuto. Di quella Santo Stefano Belbo, di quella descritta ne “La luna e i falò” è rimasto veramente poco: qualche casa e il fiume Belbo che, incessantemente, divide le due colline di Gaminella e del Salto, dove Pavese da ragazzo faceva il bagno.

Visitate l’antica e prima chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Cristoforo, risalente al XIV secolo; vicino ad essa ha sede il Centro Studi Cesare Pavese con annessa la biblioteca nelle cui sale di lettura e anche attraverso audiovisivi si possono consultare le sue opere.

Questa è una delle più rinomate zone del Moscato, territorio che si estende su 52 comuni delle province di Cuneo, Asti e Alessandria. Qui si produce un moscato con un aroma di eccellente finezza e intensità.

Una chicca per voi: se volete degustare un’Alta Langa memorabile andate alla Cantina Marcalberto e fatemi sapere cosa vi hanno detto le vostre papille gustative!

Se da una parte abbiamo Pavese che si sposta per l’Italia tra vita e incarichi, Beppe Fenoglio, autore di uno dei più bei romanzi del ‘900 italiano, La Malora, rimane legato per tutta la vita ad Alba, la sua città natale. Per i suoi tetti rossi aveva nostalgia il partigiano Johnny, combattendo nei boschi che lo tenevano lontano.

Per Fenoglio il Tanaro, MurazzanoSan Benedetto BelboBossolasco sono i luoghi dell’infanzia ed anche il palco dove ambienta le sue storie. Sono il mito, le radici, la terra.

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Cascina del Pavaglione

Uno dei luoghi fenogliani per eccellenza è San Bovo di Castino, la Cascina del Pavaglione. Questa cascina, che fa da palcoscenico a “la Malora”, è diventata, nel tempo, un archetipo che racchiude quella sensazione di disperazione, povertà, rassegnazione, fatica del vivere quotidiano: la sensazione di una generazione, la sua. A Fenoglio va il merito di averne saputo restituire la voce attraverso le storie dei suoi personaggi.

Oltre al Pavaglione, che ci riconduce ai giorni della Malora, potete seguire le orme della fuga del “partigiano Johnny” visitando Mango e i suoi dintorni; potete spostarvi a Murazzano dove troverete il Parco letterario Beppe Fenoglio; oppure ripercorrete il cammino di Agostino, il protagonista della Malora e arrivate a San Benedetto Belbo.

Guardando oggi questa Langa dei vini rinomati, dei cascinali ristrutturati, del turismo enogastronomico, del tartufo, una Langa dinamica e sicuramente intraprendente, una Langa dalla ricchezza diffusa… sembra impossibile, che solo pochi decenni fa potesse coincidere con un territorio depresso, aspro, faticoso da vivere e lavorare, raccontato da Fenoglio così vividamente in tutte le sue opere.

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